Nelle applicazioni di automazione industriali per le quali è prevista una movimentazione lineare, un prodotto da prendere in considerazione è l’attuatore lineare elettrico, del quale vedremo principio di funzionamento, proprietà e campi di applicazione.
Partiamo con una premessa: esistono varie tipologie di attuatore lineare in base al tipo di azionamento che ne permette il movimento. Ad esempio, i cilindri idraulici o quelli ad aria sono a tutti gli effetti degli attuatori lineari, nei quali però l’azionamento avviene rispettivamente ad olio e ad aria.
Negli attuatori lineari elettrici l’input che genera movimento è proprio un motore elettrico in corrente continua, in corrente alternata o brushless.
Gli attuatori lineari elettrici sono dispositivi che permettono di trasformare il movimento rotativo generato dal motore elettrico in movimento lineare (o traslazione lineare) per mezzo di un elemento riduttore e una vite (trapezoidale o a ricircolo di sfere).
Parlando di dispositivi diversi rispetto ai riduttori di giri comunemente affrontati in questo blog, per gli attuatori lineari cambiano i parametri di riferimento e anche le unità di misura adoperabili per quantificare i parametri stessi.
Se con i riduttori si fa riferimento alla velocità rotativa (misurata in giri al minuto o RPM), nel caso degli attuatori si dovrà invece parlare di velocità lineare, misurata in millimetri al secondo (mm/s) o metri al secondo (m/s).
In modo analogo, anziché parlare di forza o coppia di rotazione si userà il termine spinta, che in termini generici si riferisce ad entrambi i sensi del moto lineare (spinta e tiro). La spinta è misurata in Newton (N) o in chilogrammi/forza (kgf) a seconda del contesto applicativo specifico.
Proprio perché il movimento generato dagli attuatori è di tipo lineare assume rilevanza basilare anche la corsa, ovvero il range di distanza che può essere percorsa in un senso o in un altro con il movimento lineare (il limite predefinito misurato in mm).
A proposito di movimento lineare è il caso di sottolineare la differenza tra attuatori e martinetti. Anche i martinetti sono dispositivi in grado di commutare il movimento da rotativo a lineare, ma i possibili usi possono differire.
Solitamente i martinetti lavorano in asse fisso, cioè, la cassa del dispositivo stesso è fissata e bloccata alla struttura portante del macchinario. Anche se il terminale della struttura consentisse un minimo di rotazione, questa sarebbe comunque limitata.
Gli attuatori invece sono di frequente fissati a due pivot point (o assi di rotazione) e di conseguenza consente oscillazioni.
Per comprendere le possibili applicazioni degli attuatori elettrici bisogna fare una rapida precisazione sulle possibili dimensioni di questi dispositivi.
Pur essendo possibile realizzare attuatori lineari molto piccoli (da impiegare ad esempio in piccole applicazioni ad uso domestico) potrebbe non essere conveniente realizzare un dispositivo con dimensioni tanto contenute. Gli attuatori lineari sono indirizzati prettamente ad un uso industriale o a qualche circoscritta applicazione domestica.
Definito il contesto applicativo risulta più semplice spiegare anche le tipologie di motori associabili ad un attuatore lineare. Proprio perché destinati principalmente all’industria, gli attuatori sono generalmente associabili a motori in corrente alternata trifase. Qualora l’applicazione richiedesse invece un motore in corrente continua la scelta ricadrà su un modello a 24V.
A differenza dei nostri competitor, il nostro punto di forza è quello di offrirti sia l’attuatore lineare che il relativo motore elettrico, tutti prodotti internamente e ottimizzati con l’uso combinato in base alla tua applicazione.
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