I riduttori epicicloidali sono dispositivi di riduzione della velocità ad ingranaggi particolarmente utili quando ad un’automazione sono richiesti, rapporti di riduzione elevati, coppie elevate di trasmissione e un buon grado di sopportazione di carico.
Talvolta possono essere accoppiati a motori elettrici per esigenze specifiche.
Un riduttore epicicloidale (o riduttore planetario) si caratterizza per una struttura basata su un unico albero in entrata e in uscita (coassiale) e un meccanismo a 3 tipi di ingranaggio.
Quando tutti e 3 questi tipi di ingranaggio sono lasciati liberi di ruotare si ha un differenziale epicicloidale. Mentre, se uno solo dei tipi di ingranaggio è tenuto fisso si possono ottenere differenti rapporti di riduzione: il moto consequenziale trasmesso dall’ingranaggio solare ai satelliti e successivamente alla corona esterna permette la riduzione di velocità.
Tenendo fermi gli ingranaggi satelliti è possibile anche invertire il senso di rotazione in uscita rispetto a quello in entrata (reversibilità).
Per quale motivo si ricorre ai riduttori epicicloidali?
Prima di tutto perché permette di ottenere rapporti molto elevati nonostante il rapporto tra numero di denti dell’ingranaggio solare e quello della corona sia costante. Ciò si traduce di conseguenza in prestazioni migliori con costi e dimensioni inferiori (agendo su ingranaggi solari e satelliti si possono collegando in serie più stadi di rapporti sempre più elevati).
Con un riduttore epicicloidale i cuscinetti montati sugli alberi di entrata e di uscita supportano solo i carichi esterni al riduttore. Questo perché i carichi interni legati agli ingranaggi sono perfettamente in equilibrio tra loro.
Dati gli elevati carichi e rapporti di riduzione, i riduttori epicicloidali trovano ampia diffusione in macchinari e dispositivi nell’industria pesante, nel settore estrattivo, per la movimentazione merci tramite gru e argani o per grandi mezzi agricoli.
Di recente però abbiamo seguito un importante evoluzione che vede coinvolti motori epicicloidali alimentati però da motori elettrici.
Stiamo parlando della Serie V sviluppata in collaborazione tra Transtecno e Reggiana Riduttori. Motoriduttori rivoluzionari che integrano:
Questa innovativa soluzione combinata è stata applicata con enorme successo ai sistemi di autolavaggio a tunnel. In un impianto di questo tipo servono vari motoriduttori per controllare altrettante tipologie di movimento: rotazione spazzole, spostamento rulli, spostamento ventilatori di asciugatura…
In questo ambito abbiamo integrato i motoriduttori combinati (epicicloidali + vite senza fine e motore AC) per permettere la movimentazione automatica dell’auto lungo tutto il tunnel.
Pensi che anche il tuo progetto possa richiedere una soluzione “combinata”? Inizia la configurazione della tua soluzione specifica seguendo il percorso guidato.